Il processo di riforme della PA si trova di fronte a un passaggio critico costituito dall’irrisolto e storico conflitto di competenze tra il Dipartimento della Funzione pubblica (che fa capo alla Presidenza del Consiglio come ministero senza portafoglio) e Il Ministero dell’economia. Indipendentemente dai ministri che si sono succeduti nel tempo queste strutture non hanno mai collaborato in modo apprezzabile nell’implementazione delle riforme, determinando uno dei motivi non secondari per gli insuccessi del passato. Sarà ancora così?
L’intervento di Brunetta all’apertura di forum pa è significativo: il-ministro-brunetta-a-forum-pa: riforma-entro-60-giorni La sua riforma cerca di forzare una situazione stagnante da molti anni. Alcune idee chiave già presenti dalla riforma Amato del 1992 in poi sono sostenute da misure forti e cogenti, soprattutto per quanto riguarda la trasparenza e la valutazione. C’è quindi continuità nell’impostazione concettuale, discontinuità per la cogenza delle disposizioni. Se il rigore delle norme dovesse essere attenuato nei passaggi successivi torneremmo ancora una volta al punto di partenza. Questo dà senso alla posizione del ministro e al suo profilare le dimissioni in caso di allungamento dei tempi o snaturamento dei contenuti. Il problema è che le nuove regole, se prese sul serio, sono tali da mettere in difficoltà amministratori politici, dirigenti e sindacati dal punto di vista dei comportamenti sinora più diffusamente adottati. D’altronde occorre decidersi in un senso o nell’altro…
Oggi si avvia a Roma il FORUM PA con la bozza di decreto legislativo su produttività, efficienza e trasparenza al centro della discussione. E’ un’occasione importante di confronto su una riforma che resta di grande importanza comunque si valuti l’impostazione sinora adottata.
L’intervento di baricco che propone di investire risorse pubbliche su scuola e tv per una diffusione di cultura ha un interesse anche dal punto di vista delle riforme della pubblica amministrazione: può essere letto forse nel senso del “tornare alla base”, recuperare i significati essenziali e anche tradizionali dell’intervento pubblico lasciando il resto all’iniziativa privata.
La legge Brunetta è stata definitivamente approvata in Parlamento: E’ una legge delega che apre molti fronti che saranno affrontati anche con i successivi provvedimenti, per la maggior parte non nuovi: produttività delle amministrazioni, valutazione, regole delle relazioni sindacati, ecc. Non mancheranno occasioni per discutere ma anche per operare in modo innovativo in questi settori.
Cambiano i governi, ma se si guardano gli interventi normativi dal punto di vista dell’intelligenza delle soluzioni la minestra è sempre la stessa. Con questo articolo luca ricolfi mette il dito sulla piaga a proposito delle riforme dell’istruzione che al di là del merito devono essere continuamente corrette per problemi di semplice buon senso: “sarò forse un ingenuo, ma a me certi errori “legislativi” paiono semplicente il frutto di fretta, superficialità e impreparazione tecnica”… Ricolfi vede però anche cause più profonde…
Nella presentazione c’è una sintesi efficace della strategia di riforma in corso di realizzazione: “La P.A. può essere considerata, in altri termini, una grande riserva
di produttività inespressa. Con una forza lavoro cui corrisponde una massa
salariale che ammonta a circa 192 miliardi di euro, essa da sola potrebbe
verosimilmente garantire per i prossimi anni un incremento annuo della produttività
superiore all’uno per cento, riducendo sostanzialmente il divario di crescita con gli
altri paesi. Quel che manca è quel sistema di incentivi e disincentivi che proviene
dall’esposizione ad un vero mercato…”.
Questo pone molte questioni di spessore teorico e operativo, politico e tecnico, intrecciandosi con tematiche come il federalismo, l’innovazione, la semplificazione… si vedrà…
E’ appena uscito il manuale di management dell’ente locale , curato dagli amici Luca Bisio e Mario Mazzoleni per la collana di management pubblico di Il Sole 24 Ore libri, da loro diretta. Si tratta di uno strumento importante di riflessione e di guida per orientare l’operatività quotidiana del manager pubblico locale in uno scenario che cambia, frutto dell’esperienza e dell’impegno di un gruppo di docenti, consulenti e manager pubblici. C’è anche un mio capitolo su Il management e le riforme della PA: uno sguardo al futuro.
Ma il vero nodo è il federalismo fiscale che incombe almeno da 15 anni, affrontato da tutti solo a parole: sarà difficile scioglierlo con i fatti nel consenso generale perchè almeno all’inizio configura un gioco a somma zero, almeno per chi non crede alle favole, chiunque le racconti.
Il ministro Brunetta spiega come la riforma della pubblica amministrazione riguarda tutti, poveri e ricchi, cittadini e imprese e può contribuire a innalzare la produttività del sistema Italia di un buon 30%: intervista-l’occidentale
Finalmente se ne accorgono anche nel Palazzo! Ma il lavoro è ancora tutto da fare.