Lo studio di McKinsey Foundation su Impact_Aging_Baby_Boomers introduce alla necessità di considerare più attentamente la demografia quando si discute di lavoro e di economia.
Lo studio di McKinsey Foundation su Impact_Aging_Baby_Boomers introduce alla necessità di considerare più attentamente la demografia quando si discute di lavoro e di economia.
Una ricerca di Adecco Institute , che ha considerato oltre 500 aziende in Germania, Regno Unito, Francia, Spagna e Italia, rileva che la crisi manifestatasi nel 2008 ha determinato un fenomeno generale nelle aziende europee che hanno abbreviato l’orizzonte di riferimento per le politiche del personale e la programmazione degli organici ed hanno visto peggiorare il proprio indice di efficienza demografica. Questo indice, elaborato da Adecco Institute, sintetizza lo stato delle pratiche aziendali in cinque aree: gestione delle carriere, apprendimento e formazione nell’intero arco della vita (lifelong learning), knowledge management, tutela e promozione della salute, diversity management. La caduta di questo indice è forte per tutti (da 182 a 172 punti in media) e costituisce un segnale forte del fatto che le imprese affrontano un problema di lungo termine in un logica di breve termine. Più in generale si registra un trend nel senso dell’abbreviazione nell’orizzonte di riferimento della programmazione del personale. L’arco temporale di pianificazione è sceso dal 2007 al 2008 da 1,1 anni a 1,0 per l’intero personale e da 1,3 a 1,2 anni per professionals & executives, proseguendo peraltro una tendenza calante che dura da un triennio e che appare un chiaro sintomo di una crescente insicurezza sulle prospettive dell’economia accentuata nell’ultimo anno dalla crisi finanziaria globale. Continua la lettura di Efficienza demografica
L’incapacità di valutare seriamente meriti e competenze delle persone si traduce nel prevalere di “criteri oggettivi” che mettono in una forma di conflitto irrisolvibile intere categorie come giovani e anziani: è quanto sta avvenendo nell’università: ingiusto-ricorro-al-tar – pensionamenti -prepensionato
E’ aperto un dibattito di economist su reaching 65: si propone l’abolizione delle attuali regole che in molti paesi prevedono la normalità del pensionamento alla soglia dei 65 anni. Lavorare più a lungo, ma soprattutto personalizzare la scelta del momento sembra l’idea chiave…
Il servizio di la Repubblica delle donne non dite vecchi ( 2 3 ) riferisce del libro di Henri Alford How to live, che illustra la vitalità emergente dell’età avanzata. Un documento in più illuminante sul tema dell’ageism.
Sholom Glouberman è un filosofo abituato a riflettere sulla complessità, attualmente impegnato sui temi della sanità nel senso seguito anche da Paola Adinolfi (v. post del 3 maggio). Interessanti i sui scenari sui problemi del growing old e più in generale il suo sito: healthandeverything.org
Si tiene a Modena il 21 gennaio questo seminario di AIDP sugli scenari over 50 tra pubblico e privato.
Cresce l’attenzione rivolta ai problemi dei lavoratori senior: il recente studio Ambrosetti constata che consulenti e aziende non hanno messo ancora a punto un sistema efficace per trattenere i senior: ambrosetti
La ricerca di davidgalenson “old masters and young geniuses” conferma che la creatività non è limitata solo all’età giovanile ma presenta un doppio ciclo di vita che lascia qualche possibilità anche ai più anziani.
L’integrazione dei silver workers nel mercato del lavoro comporta cambiamenti rilevanti per la gestione delle risorse umane oltre che per tutta l’organizzazione sociale: silver workers
Vedi anche: newwelfare-papers