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Competenze professionali per le riforme

Nel  convegno del 29 gennaio di ETICAPA si è convenuto che progetti di cambiamento così importanti come quello incorso di definizione per la PA “devono prodursi intorno a un nucleo socio-professionale  di riferimento, vicino alla politica, ma autonomo dalle parti”. Lo sforzo  è di costruire ambiti di collaborazione tra associazioni, centri di ricerca, professionisti della PA.

L’ingorgo legislativo

Ormai sono chiari gli effetti dell’ingorgo normativo di cui parla  antonio zucaro sul sito eticapa: la bulimia legislativa indice le amministrazioni a  dedicare sempre più risorse alle funzioni di regolazione interna (di auto-amministrazione) per evitare di incorrere in sanzioni e sempre meno risorse sono destinate ai servizi che producono valore sociale e pubblico. Forse è vero che non è tempo di coltivare velleità di grandi riforme destinate ad essere eluse e ad alimentare nuove delusioni. Tuttavia, si deve rilevare che la tempesta normativa degli ultimi anni si caratterizza per una serie di effetti negativi non desiderati, che ormai sono evidenti e che richiedono non tanto un tempo di apprendimento legato a un processo di assimilazione o sedimentazione, quanto una difesa.

Ci sono ingorghi normativi da rimuovere, nodi gordiani da districare, cui non si può evitare di riportare attenzione, perché sterilizzano e bloccano le potenzialità positive sia di risparmio che di innovazione.

Riforme efficaci non possono ignorare questa realtà; non basta concentrare l’attenzione su una operatività intelligente; servono interventi strutturali che orientino l’ordinamento giuridico che presiede al funzionamento delle amministrazioni pubbliche in una direzione compatibile con la complessità e il dinamismo del contesto in cui queste sono chiamate ad operare.


Ruolo notarile?

E’ significativa questa reazione del Ragioniere generale dello Stato Canzio alle critiche ricevute in merito al decreto che sblocca i crediti alle imprese. Viene ribadito il ruolo “notarile” della Ragioneria e il ruolo degli alti funzionari statali come  custodi tecnici, non politici. Così Canzio ribadisce la neutralità politica della sua azione e il servizio allo Stato come tale.  Questo però sposta il problema perché  oggi quello che si discute non è tanto l’impazialità delle strutture centrali, che in effetti hanno sempre generato lo stesso tipo di soluzioni indipendentemente dai governi di diverso segno, ma proprio il merito tecnico di questi provvedimenti. V. anche il commento di guido gentili  interdizione di stato :  ciò che occorre oggi  è  l’approntamento di soluzioni tecniche idonee a evitare che problemi di questo tipo si ripropongano continuamente, anche dopo che  i provvedimenti richiesti entrano nelle fasi di implementazione. Il fatto di risentirsi e di metterla sul piano della correttezza istituzionale non aiuta ad andare avanti.