Galli della Loggia: una_scuola_per_l’Italia
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Con la ripresa di settembre la scuola italiana, e il lavoro e la condizione degli insegnanti, sono al centro dell’attenzione, con molte discussioni e polemiche. E’ un argomento sul quale tutti hanno le loro idee, molto marcate e spesso basate su singoli episodi ed esperienze molto limitate. Gli intellettuali che scrivono sui giornali non fanno eccezione come si vedrà dai post successivi. Sono meglio le vignette satiriche, come questa di vincino
La storia italiana è segnata da figure di innovatori individualmente forti, ma isolati, non sostenuti dal contesto. Si pensi a Maria Montessori, riproposta da un recente film televisivo come giovanissima studentessa che sfida l’ostilità del contesto accademico del tempo all’idea che una donna sudiasse da medico: film
Fu lei la prima donna italiana a laurearsi in medicina. Sappiamo che poi Maria acquisì fama internazionale come fondatrice di un metodo e di un movimento nel campo dell’educazione dei bambini. Estese ai bambini normali l’attenzione destinata originariamente a quelli “ritardati”. Ma seppe anche resistere alle lusinghe della istituzionalizzazione del suo metodo da parte del regime fascista. mariamontessori
Armando editore ha pubblicato un libro agile e incisivo sulla scuola vista nella prospettiva di insegnanti che amano il proprio mestiere. Il libro è di Paolo Petrocelli: Il mandolino del professor Pietro Celli.
Da segnalare le conclusioni:
La vorremmo così, io e tanti miei colleghi: Continua la lettura di Libera, colta, partecipata
Da una parte abbiamo il prof. Israel che sostiene con chiarezza la sua tesi: se+consideriamo+la+scuola+come-una-azienda+la+portiamo+alla+rovina e di conseguenza chiarisce ” che la scuola e l’università non sono aziende e servizi, che la cultura e l’istruzione non sono “prodotti”, che l’efficienza aziendalistica è assolutamente inappropriata e inefficiente in questo contesto, che l’idea di concepire alunni e famiglie come “utenti” è devastante, che il termine “customer satisfaction” andrebbe proscritto in questo contesto, salvo la valutazione di edifici, gabinetti e servizi accessori all’insegnamento propriamente detto…”.
Dall’altra parte assistiamo a spinte dalla base, amplificate dai media, che porterebbero a forme anche rozze di una customer satisfaction autogestita, come quelle realizzate a Milano dagli studenti di acidopolitico con il supporto del quotidiano La Repubblica: Facolta-di-Scienze-politiche:I-voti-ai-ai-docenti
Palesemente l’idea dell’azienda Continua la lettura di Opposti estremismi
Nei giorni scorsi ci sono stati alcuni interventi interessanti del prof. Giorgio Israel sul suo blog: occasione-irripetibile-per-liberare-la- scuola e in un dibattito televisivo a La 7 : israel-pievani-a8emezzo
Vi troviamo alcune affermazioni di principio come “conoscenza e cultura non si misurano”, oppure che “le griglie di valutazione non funzionano perché possono essere aggirate in mille modi”. L’idea forza sottostante è bene espressa dal motto di Paul Valery che compare sul sito preceduto da una premessa provocatoria:
Una frase che occorrerebbe avere il coraggio di pronunciare senza paura delle strida dei beoti:
“A MIO AVVISO, IL VERO VALORE DI UN INSEGNAMENTO E’ IN RAGIONE INVERSA DELLA SUA UTILITA’ IMMEDIATA” Paul Valéry
Io credo che questa sia una verità di fondo da non dimenticare mai , ma che non si possa sventolare come una bandiera, o una rivendicazione di superiorità intellettuale, davanti alla società di oggi e alle esigenze che esprime.
Il nuovo Ministro dell’Istruzione ha espresso in questi giorni alcune idee, senz’altro riflessive e sensate, sui problemi della scuola e degli insegnanti. Ma è interessante osservare soprattutto i commenti suscitati nel pubblico che manifestano quella estrema varietà di posizioni e di sentimenti che ha sempe finito per mettere in crisi tutti gli aspiranti riformatori. Commenti del 2008
Uno dei nodi è sempre la questione di valutare il merito degli insegnanti. Per memoria, è utile riportare il testo dell’accordo contrattuale sul quale si basò il tentativo fallito di Luigi Berlinguer di riconoscere professionalità e merito, insieme ad una selezione di commenti allora inoltrati da insegnanti sul sito del ministero. Commenti del 1999