L’amico Giorgio Invernizzi ha commentato l’enciclica Laudato Si’ dl punto di vista delle implicazioni per l’impresa: Invernizzi-laudato ravvisando le tre “denunce”: 1. Del potere tecnocratico 2. Della finanziarizzazione dell’economia 3. Della miopia della proprietà privata e del mercato. E individuando quindi le tre “sollecitazioni” nel senso di: 1. alzare lo sguardo: 2. responsabilità piena nei confronti dell’azienda 3. cambiamento dei processi decisionali correnti.
La scomparsa di Ronald Coase, avvenuta all’inizio di settembre a 102 anni, è stata commentata dai nostri economisti in modo convenzionale, richiamando soprattutto l’argomento dei costi di transazione: v. ad esempio : barba navaretti Ma in fondo l’analisi della convenienza tra produrre in proprio o acquistare è divenuta ormai una banalità; l’attualità di coase sta in altro, per esempio nella sua critica agli “economisti alla lavagna” e nella sua concezione dell’impresa espressa dalla metafora di “un’isola di potere conscio” come avevo sottolineato in un editoriale di sviluppo e organizzazione del 2011 pubblicando anche un articolo di carlo stagnaro che anche ora interviene sul contributo di coase in modo più pertinente, definendolo tra l’altro un “economista di strada”.
L’articolo di Pellegrino Capaldo cominciamo dall’impresa si distingue da altre proposte sulla riduzione dei carichi fiscali perché esce dalla genericità delle politiche macro per portare attenzione al soggetto impresa come vera e propria risorsa sociale e in fondo ‘bene comune’ da cui dipendono le opportunità di lavoro e il benessere. E’ un’ottica dinamica e non statica che porta anche a distinguere i comportamenti aziendali virtuosi, che occorre promuovere” da quelli che lo sono meno. Altrettanto interessante è l’apertura a una diversa considerazione dell’impresa sociale e non profit.
Francesco Varanini ha recensito su “Persone & Conoscenze” un mio libro del 1981 sul comportamento-d’impresa e il controllo sociale: si parlava di ‘qualità della coscienza’ riferita alle organizzazioni ,un tema che la crisi senza fine riporta oggi all’attualità…
Il progetto Italia 2013 della Fondazione IRSO mira ad approfondire l’Italian way of doing industry e si pone anche il problema di capire il legame tra forme organizzative e anima dell’impresa
Un significativa assonanza di contenuti si può trovare con le prospettive dell’economia civile, con i progetti di vitaeudaimonica e naturalmente con la rivisitazione del pensiero di adrianolivetti
E’ uscito in edicola (con L’impresa, rivista de Il sole 24 ore) il numero di aprile (n. 2, 2010) di hamlet dedicato al tema del prossimo congresso AIDP “l’impresa estesa”.
L’articolo di Mucchetti su Fratelli Branca mette in luce come il fine_dell_impresa sia una costruzione sociale che da significato alle cose e avanza il dubbio di una contraddizione insanabile con la logica della finanza.
La globally responsible leadership initiative lancia un manifesto incentrato su una visione imprenditoriale di ampio respiro. Ecco un passaggio, nella versione francese:
1. L’entreprise en débat: une finalité de progrès:
La mission principale de l’entreprise est de contribuer au bien être général en assurant le progrès économique.
La valeur pour l’actionnaire n’est qu’un des outils de mesure de sa performance. L’esprit d’entreprise
se définit en termes d’initiative, de dynamisme et d’innovation Nous devons revenir à ce qui est l’essence de l’acte d’entreprendre : la créativité dans le monde réel des biens et des services et non la seule logique de spéculation financière.
La scomparsa di Tere Novarese Cerutti teresa-cerutti importante imprenditrice di Casale è avvenuta proprio alla vigilia della prevista laurea honoris causa all’Università di Novara. Il Sole 24 ore ha reso disponibile il testo della sua lectio-magistralis un documento di grande interesse incentrato sul rapporto tra impresa e territorio.