Emerge finalmente allo scoperto il contrasto di idee sulla riforma dell’università: ipocrisia , che dura da almeno da tre governi e sta producendo uno stallo senza fine; del resto le riforme prospettate sono prive di sostanza e grande è la confusione di idee all’interno di un mondo in cui ciascuno vede solo una piccola parte ma inevitabilmente generalizza … intanto l’affermazione di principi ideali si accompagna al continuo rinvio dell’azione.
Le polemiche sul merito nell’università trovano giustamente spazio nella pagine dei giornali e come al solito gli economisti hanno soluzioni belle e pronte: giavazzi – vaciago
Analisi più profonde che provengono proprio da quel mondo anglosassone preso come riferimento ci richiamano però a confrontarci con almeno due concetti di virtù :two competing conceptions of virtue, one determined by merit judged competitively and the other more vaguely but emotionally supported by a broader view of worth.
Giavazzi sul Corriere di oggi sostiene che “il primo passo per una riforma della scuola ” è la sostituzione dei concorsi pubblici con “un sistema in cui le assunzioni vengono decise da chi poi sopporta le conseguenze di un’eventuale decisione sbagliata, in primo luogo i presidi di ciascuna scuola”. Occorre che ci sia un maggiore spazio discrezionale per i presidi nella gestione della scuola. tabù-concorsi-scuola La questione della discrezionalità nel management pubblico mi trova completamente d’accordo, ma meriterebbe un lungo discorso…
Meno convincente mi sembra invece Continua la lettura di La scuola secondo Giavazzi →
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