L’articolo di celli mette in luce la sterilità dei dibattiti sui tecnicismi della valutazione di fronte al problema di fondo per l’università di oggi: “se non ripensiamo l’istituzione in funzione delle sue vere finalità e delle nuove sfide, avendo il coraggio di dire quello che è riforma fasulla e bisogni veri, continueremo ad alimentare una cultura perdente”. Per questo non basta la trasmissione di conoscenze ma serve “un supplemento crescente di eperienze multiple”…
Qui Celli chiarisce lucidamente che la-mistica-del-merito porta ad esiti un po’ ridicoli quando pensa di risolvere con qualche test problematiche sociali e culturali di ampia portata …
La lettera di celli che invita il figlio a lasciare l’Italia ha suscitato migliaia di commenti, molto positivi e molto negativi. Sicuramente ha saputo toccare una sensibilità diffusa. Nel merito, direi, che dopo tanti interventi brillanti questa volta mi lascia perplesso perchè asseconda un vizio diffuso, quello di valutare una realtà molto aggregata, come è il sistema Italia, generalizzando il giudizio. Ciò che manca è spesso la capacità di distinguere, di separare comportamenti che hanno diverso segno, di vedere anche ciò che è meno evidente ma non per questo non esiste. Abbiamo bisogno di pensiero critico cha sappia distinguere e non di incoraggiare chi vede tutto nero o tutto positivo…. La risposta data oggi è più persuasiva, ammettendo come si sia soprattutto voluto provocare una reazione e qui possiamo dire che Celli ci è riuscito ben al di là delle sue stesse aspettative!
Bella questa idea del barcamp ! Il successo è assicurato già con l’anteprima…
Interessante intervista di celli su ticonzero, tra l’altro dice: “Non conosco, infatti, nessun buon manager che ha studiato solo manuali. I bravi manager leggono, leggono romanzi. Molti bravi manager che ho conosciuto, penso a Tatò, ma anche a Marchionne, non sono economisti o ingegneri, sono laureati in filosofia e poi magari hanno ottenuto una seconda laurea in economia, in giurisprudenza…”
Piero Celli in questa intervista dichiara Finita_era_degli_squali : ora il successo in azienda passerebbe per l’altruismo. Convince poco sia la valutazione sul passato che sulla situazione attuale e futura. Ci sono mode e fattori che la stampa enfatizza. Ma le organizzazioni hanno sempre avuto bisogno delle qualità che ora Celli rivaluta e che non sono mai state troppo premiate. Presumibilmente ciò varrà anche in futuro.
Su Il Sole 24 ore di oggi, Pier Luigi Celli ritorna sul libro recente di Roger Abravanel “meritocrazia” (v. post del 19 giugno) osservando che il tema del merito di recente alla ribalta della pubblicistica rischia di diventare rapidamente una retorica.
Due passi che condivido completamente:
“Le credenze e le preferenze della persona si conformeranno rispetto a ciò che hanno visto funzionare; anzitutto nei modelli di successo trasmessi all’altro da chi si è affermato e ora può condizionare il setting nel quale nuota chi cerca, più in basso, di orientarsi a trovare una propria personale soddisfazione”.
“Il merito non è una virtù da coltivare. E’ solo un modo per essere più giusti. Il dubbio è che questo non sia un tempo che punti particolarmente sulla giustizia. E allora perchè non dirlo?”
Oggi si è svolto il primo colloquio sulle biografie della tras-formazione, una serie di incontri organizzati a Milano da AIDP, con la testimonianza di Pierluigi Celli che è oggi Direttore Generale della LUISS ma ha anche al suo attivo una lunga carriera di manager in importanti imprese come Eni, Omnitel, RAI e Unicredit: programma. E’ stato un intervento intenso: Continua la lettura di Il direttore del personale secondo Celli →
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