Il documento-anvur sui criteri di valutazione per i futuri concorsi universitari incentrati sulle bibliometriche genera le prevedibili reazioni e polemiche. V. ad esempio Israel ma non solo: ancora-sul-demenziale-h-index contro l’idea insana di valutare i contributi scientifici senza leggerli. Ma è solo l’inizio, perchè l’Italia arriva tardi quando ormai l’insostenibilità di un sistema globale imperniato sui conteggi delle citazioni inizia ad essere percepita nei punti alti della ricerca mondiale : the-decline-of-peer-review
I primi timidi segnali di vita dell’Anvur l’Agenzia di valutazione dell’università e della ricerca dopo la sua lunga (5 anni) gestazione si scontrano subito con una realtà troppo complessa per la mentalità schematica degli aspiranti valutatori: si confronti il primo documento sui criteri per i futuri riconoscimenti dell’idoneità ai ruoli della docenza (presentato come avvio di un dibattito) con la reazione di uno dei tanti opinionisti dei grandi quotidiani che provengono dagli ambienti accademici della-loggia
Nei prossimi mesi ci sarà da divertirsi… si tenga conto che sono passati due anni dall’annuncio enfatico del ministro che si sarebbe avviata l’anagrafe delle ricerche e pubblicazioni e che nulla si è visto ancora in questo ambito … l’Anvur non ha ancora sede, personale, risorse … e dovrebbe in poco tempo secondo il documento proposto al dibattito garantire e certificare le liste di pubblicazioni di potenziali commissari per le valutazione di tutte le discipline
“Vedono il management come un fine in sé” e “dimenticano che l’università esiste per l’insegnamento e la ricerca”. Questa è la critica che emerge anche negli Stati Uniti in libri come The Fall-of Faculty contro gli eccessi degli amministratori di professione che hanno fortemente aumentato influenza e potere nell’ambito delle strutture accademiche. La deriva del managerialismo che tanto ha giocato nella crisi della finanza mondiale si estende a settori come l’education ….
L’articolo di giuseppe galasso ripercorre i punti deboli della bibliometria e delle misure del tipo impact factor, particolarmente rilevanti nella prospettiva delle discipline umanistiche. Intanto a Milano un gruppo studentesco applica l’indice H ai docenti di scienze politiche: acidopolitico Un’applicazione abbastanza corretta sul piano tecnico e che potrebbe aprire discussioni interessanti. Quantomeno si può apprezzare l’impegno fattivo che contrasta con la singolare inerzia che continua a contrassegnare l’azione ministeriale su queste materie nonostante i proclami e le dichiarazioni dei mesi scorsi …
Si tiene il 24 e 25 febbraio all’università di camerino il convegno “L’università che vorremmo: otto tesi per cambiare”: intervengo il 25 con un contributo sulla tesi n. 7 “valutazione, accreditamento e ruolo dell’autorità centrale”.
L’articolo di Checchi e Turri su La Voce.info evidenzia in modo puntuale come sia rilevante il divario tra il dichiarato e il reale per quanto riguarda le politiche governative di premio e incentivazione della peformance nel campo dell’università (ricerca e didattica). Di fatto in regime di risorse calanti si sanano sempre le situazioni critiche e nella sostanza si conferma l’esistente.
Si tiene il 10 febbraio alla sede centrale del CNR di Roma il workshop su valutazione e governance dell’università nell’ambito del progetto PRIN da me diretto che tratta questi argomenti. Partecipano come discussant i professori Dario Antiseri e Marco Meneguzzo e la dr.ssa Emanuela Reale del Ceris-CNR.
Il centenario Coase è ancora in grado di dare lezioni ai blackboard economists: the economist In una recente intervista è di grande interesse il suo modo di concepire la direzione di una rivista scientifica … v. anche il paper di Stagnaro
Il processo di gestazione dell’Anvur, l’agenzia di valutazione delle università, è durato 4 anni e non è ancora finito. Una così lunga attesa finisce per gonfiare le aspettative, come evidenzia questo intervento del rettore del politecnico di Torino: profumo che a questo punto si aspetta la messa a punto di ‘un sistema di valutazione del sistema universitario italiano, che consenta di dare più stimoli e più risorse alle università che lo meriteranno’ . Ciò fa tornare a mente le parole di uno dei padri della valutazione Quinn Michael Patton sul rischio di eccesso di attenzione: ‘A major new concern has emerged that perhaps too much attention is being paid to evaluation – attention of a wrong kind – leading to expecting more than evaluation can deliver, high stakes decision making that goes beyond the evidence, politicalization and distortion of findings, misuses of evaluation, bloated rhetoric about accountability, huge expenditure on poorly done and useless studies and a likely decline in quality as demand has outstripped the capacity for high-quality supply.’ Il buon funzionamento di un sistema di valutazione non dipende solo dalla responsabilità assunta dai pochi esperti che guideranno l’Anvur ma dalle diverse componenti di tutto un sistema (governo e parlamento, burocrazia ministeriale, comunità scientifiche e professionali, organi di controllo e giurisdizione, media ecc.) i cui comportamenti sono da anni palesemente indadeguati…