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Rientrano in questo argomento gli interventi che riguardano le problematiche della formazione, della ricerca e del management universitario

Giallo universitario

Si consiglia come divertente lettura natalizia questo romanzo di Paul De Sury, la cattedra insanguinata , ambientato alla LUL (Libera Università Lombarda) che ha anche l’ambizione di introdurre alle “segrete cose dell’università italiana”.

L’ambiente di una prestigiosa università milanese è descritto con ironia; merita di leggere la descrizione di alcuni docenti a pag.  87 o quella del funzionamento del consiglio di facoltà: Continua la lettura di Giallo universitario

Tre palle un soldo

 Il tenore delle critiche sull’università italiana che si leggono sui giornali, secondo Umberto Eco eco-dic2008   “è tale da far sospettare che gli autori degli articoli non ce l’abbiano fatta ad arrivare alla laurea”.  Non si vuole difendere una realtà che deve cambiare ma questo tipo di tiro al bersaglio assomiglia proprio al gioco del “tre palle un soldo”. Se le idee sono confuse più confusi ancora saranno i suggerimenti per uscire dalla crisi.

Strategie universitarie

 Quello che si può apprezzare in questo intervento del nuovo rettore della Bocconi: intervista Tabellini è la chiarezza di idee.  I grandi disegni di riforma e i decreti non bastano a promuovere il cambiamento richiesto alle università. Occorre che ciascun ateneo faccia delle scelte e le porti avanti con coerenza. Il progetto Bocconi emerge in questa intervista in modo che più chiaro e netto non si può:  «Penso a una Bocconi che magari contribuisca un po’ meno a fare opinione pubblica in Italia ma sia ancor più apprezzata dalla comunità scientifica internazionale »

Ma questa non può essere una ricetta per altre situazioni. Le riforme nazionali sono chiamate a porre le condizioni perchè anche le università statali facciano le proprie scelte: occorre un vero pluralismo di modelli senza forzature operate in base a schemi astratti.

Quality Forum Conference Summary

E’ disponibile il conference summary del The 3rd European Quality Assurance Forum di Budapest che mette in evidenza l’aspetto di critica ai rankings tanto pubblicizzati dai media e che l’opinione pubblica assorbe con scarsa consapevolezza. Sono strumenti che hanno un significato, ma riguardano più il marketing che la qualità; alla fine più che disorientare il pubblico, disorientano le autorità politiche ed accademiche che, nella smania di ben figurare, compiono scelte incongrue favorendo uno scadimento della qualità.

EQAF: i ranking non premiano la qualitá degli atenei

Dal European Quality Assessment Forum in corso a Budapest emerge una critica radicale ai ranking delle universitá, non tanto in sé ma per l’utilizzo che ne promuovono politici, giornalisti e anche leaders accademici pigri. Dice Lee Harvey nel keynote speech “the real problem with ranking is not   their distorting effect but the desire, by those who should know better in higher education institution, to want to climb league tables. As a result they pursue strategies that have little to do with transformational learning: developing critical reflective learners gains you no points on the world ranking lists…”

Higher Education in Bicocca

Mentre la questione dell’università continua a occupare spazio sui quotidiani si è svolto oggi a Milano Bicocca con pochissima partecipazione di pubblico un convegno internazionale sulla istruzione superiore in Europa  che ha visto presenti alcuni dei maggiori studiosi europei di higher education. Tra l’altro Guy Neave ha messo in evidenza la contraddizione tra la ormai grande diversità delle missioni definite dalle o per le varie università e il carattere quasi univoco dei criteri utilizzati per la valutazione delle performance.

Giunio Luzzatto ha presentato dati aggiornati che mostrano il netto miglioramento della percentuale di “laureati in corso” come effetto della riforma del cosiddetto 3+2 oggi tanto contestata.