Polemiche pesanti continuano a investire le decisioni delle università che toccano le carriere dei docenti. All’origine c’è forse la difficoltà di condividere una stessa visione di cosa è merito. L’articolo di Perotti è tranchant e individua nomi e cognomi dei “colpevoli” riferiti tra l’altro a concorsi per trasferimenti, dove i criteri di riferimento sono ancora più opinabili che per l’ingresso nei ruoli arsenico-e-vecchi-concorsi Inevitabile quindi che la polemica si trascini con risposte-e-replica Una degli interessati ha anche un ruolo importante in ambito formativo e il suo merito non manca di riconoscimenti: premio di tipo però che l’accusatore non sembra ritenere valido…
La relazione del rettore tabellini all’inaugurazione dell’anno accademico Bocconi è significativa per l’affermazione del ruolo delle scienze sociali e delle sue ricadute positive sulle comunità nazionali e internazionali. E’ un documento sul quale vale la pena ragionare e discutere. Un punto che può essere controverso è quello dell’esistenza di un’unica comunità scientifica internazionale di riferimento. Gli spunti finali rivalutano in modo interessante ruolo e identità del docente universitario in tempi in cui questi ha cattiva stampa. Infine si può dire forse che il continuo e ripetitivo insistere sul concetto di eccellenza soffre un po’ il logoramento della parola stessa, 27 anni dopo In search of excellence, e in tempi in cui si è tutti obbligati ad innovare.
i telegiornali TG1 e TG3 hanno dedicato alcuni servizi al nostro master in management del settore areonautico (LIUC + UNIVA + aziende come AGUSTA-WESTLAND, ALENIA-AERMACCHI e altre del settore). Un’occasione importante di incontro tra cultura tecnologica e cultura organizzativa che stiamo cercando di sviluppare con passione…
La cattiva educazione è spesso presente nella vita universitaria… se ne lamentano alcuni studenti su campus Non si tratta tuttavia di un problema nuovo: cattedratici e goliardi dei tempi antichi ne sono stati spesso protagonisti. Disponiamo oggi anche di seri studi internazionali sulla academic malpractice
Il nuovo numero di Ventiquattro è dedicato al tema della contaminazione fra discipline diverse. innovatori attivi in settori diversi si ritrovano nel concetto di rompete le righe che confligge con il buonsenso predominante di quanti hanno un’idea del merito imperniata sulla figura del “primo della classe”, di chi è il migliore secondo le coordinate di una disciplina o materia. Ecco un passaggio fra i tanti: “Oggi in tutti i campi c’è una pressione sui risultati che riduce la visione periferica a un lusso. … Alzare la testa e guardare lontano, senza dover centrare un obiettivo di respiro corto. Nessuno se lo può più permettere ma è fondamentale… Tutti dicono che abbiamo bisogno di soft skills, di persone capaci di interagire con altre competenze, altre culture, altri schemi logici e comportamentali, ma alla prova dei fatti si valutano caratteristiche prestazionali: dove hai studiato, i voti, le lingue, se conosci il pacchetto Excel… Nei processi di selezione bisognerà valutare maggiormente le componenti eccentriche, la curiosità, i percorsi diagonali”.
La scomparsa di Tere Novarese Cerutti teresa-cerutti importante imprenditrice di Casale è avvenuta proprio alla vigilia della prevista laurea honoris causa all’Università di Novara. Il Sole 24 ore ha reso disponibile il testo della sua lectio-magistralis un documento di grande interesse incentrato sul rapporto tra impresa e territorio.
Questi articolo evidenzia come i problemi di scuola e università non siano solo italiani e come le soluzioni non le abbia in tasca nessuno: educazione-disastrata
I due documenti qui richiamati, l’intervista di un esperto sul concetto di competenze definito in sede europea tiriticco: competenze e l’intervento del prof. Israel sul “Foglio” che contrappone la nozione di educazione a una formazione imperniata sulle competenze israel: progetto-culturale portano ad evidenza una contraddizione che puo risultare fertile per ragionare sui problemi di scuola e università.
Nel momento in cui l’enfasi mediatica è sui rankings di università e strutture di ricerca, questo paper britannico va controcorrente, sostenendo tra l’altro l’idea che sia meglio valutare i risultati individuali dei ricercatori piuttosto che quelli dei dipartimenti o altre strutture.