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Rientrano in questo argomento gli interventi che riguardano le problematiche della formazione, della ricerca e del management universitario

I compiti dell’università

In occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università di Roma 2 Tor Vergata, la prolusione  di  ivano dionigi  su Notum e Novum è iniziata chiedendo  “Come mai nell’era del web planetario e del maximum dei mezzi di comunicazione, minima è la comprensione, e la parola non riesce a tener dietro alla cosa?”.

Dionigi ha richiamato come “l’Università, una delle istituzioni più prestigiose e più credibili del Paese che ha il privilegio di dare del tu alla storia, ha oggi una responsabilità supplementare, non riducibile a codificata ed esangue mission. I suoi maestri, i suoi uomini di pensiero, noi professori siamo chiamati a professare (profiteri) l’etica della competenza, vale a dire il sapere e i saperi nel segno dell’affascinare (delectare), insegnare (docere), mobilitare (movere); e l’etica del rigore intellettuale e morale, che non si concilia con la doxa rumorosa, la chiacchiera imperante, il facile consenso”.

E in questo senso ha indicato “due compiti tra i principali e più urgenti”:

– “In primo luogo quello di ricordare la bellezza, la prerogativa e il potere della parola: quel logos, che ci caratterizza”

– Il secondo: “promuovere un’alleanza naturale e necessaria tra humanities e
tecnologie all’insegna dell’unicità della cultura e pluralità dei linguaggi”.

Scienza, democrazia e dissenso creativo

Giuseppe Longo, matematico e informatico, analizza in questo articolo su complessità, scienza, democrazia  come l’estrapolazione acritica di metodi da un campo all’altro sia deleteria; così la distinzione fra hardware e software, fondamentale in informatica, si rivela catastrofica per capire il vivente facendo perdere  innanzitutto il senso della radicale materialità del vivente.

Analogamente, l’uso massiccio di strumenti bibliometrici per valutare la ricerca scientifica come avviene  contando a macchina le citazioni, in pratica facendo votare tutti gli esperti di un settore sulla faccia della Terra,  impedisce il formarsi di un modo di vedere diverso, di una scuola di minoranza.  La scienza è sempre un sapere critico, che va contro il senso comune e che  si costruisce anche  contro il sapere di maggioranza.

Qui l’applicazione di una logica manageriale generalistica rivela tutto il suo limite di fronte a una realtà complessa come quella del processo scientifico e della creazione di conoscenza.