Archivi categoria: Qualità

Rientrano in questo argomento interventi e commenti che toccano natura e manifestazione della qualità nelle organizzazioni sociali

Qualità come trasformazione

Il Convegno annuale dei dirigenti delle università italiane (Codau) si è svolto nei giorni scorsi a Reggio Calabria. Ecco la relazione che ho svolto relazione_codau.pdf

Gli studenti non sono né clienti né prodotti dell’università ma persone che partecipano a un processo di trasformazione che li riguarda. Da qui si può partire per ragionare di qualità…

La deriva e la sfida

Symbola è la Fondazione per le qualità italiane, che si propone di consolidare e diffondere il modello di svilluppo della soft economy, imperniato sulle imprese del made in Italy che esportano qualità a partire dall’integrazione nelle reti territoriali. “La deriva e la sfida” è il titolo dell’incontro dei giorni scorsi:  symbola: convegno estivo

Made in Italy

Si è svolto oggi alla Fondazione IRSO l’interessante seminario di studi sul made in Italy introdotto da una relazione di Giorgio De Michelis. Gli intervenuti hanno condiviso l’idea proposta dal relatore che le 3-4000 medie imprese sulle quali si basa la ripresa delle esportazioni italiane e la competitività del nostro paese nell’economia globale siano accomunate da una caratteristica distintiva che si presta ad una sintesi in termini di made in Italy. Ciò significa una forma di innovazione design based, nel senso più ampio dove si manifesta visione, imprenditorialità, senso estetico, proposta di qualità del vivere. Queste imprese fanno cose molto importanti che sono ancora poco note e studiate. Avrebbero bisogno di servizi (sistemi software, formazione, finanza, ecc. ) pensati sulla loro misura e non estrapolati da altri contesti, o impostati secondo standard uniformi. Stefano Miceli, Federico Butera, Emilio Genovesi, Edoardo Loccioni, Fiorello Cortiana ed altri hanno contribuito a sviluppare questi spunti concordando sull’esigenza  di un ampio programma di ricerca sulla imprese del made in Italy che aiuti ad orientare politiche industriali ancora troppo legate a un concetto poco realistico di innovazione troppo centrato sul trasferimento tecnologico e sulla ricerca scientifica genericamente intesa. 

Contro la tirannia di Power Point

 Le più aggiornate riflessioni sulle metodologie e tecnologie didattiche  criticano molto l’uso indiscriminato e poco creativo di tecnologie moderne e molto diffuse: viene così evocata la tirannia di powerpoint come emblema di una comunicazione didattica visualmente seduttiva e intellettualmente vuota. Un articolo di Yiannis Gabriel su Organization Studies, n. 2, 2008 sostiene che la tecnologia non solo supplisce ad analisi deboli, ma induce una  parcellizzazione della conoscenza in punti, una linearità forzata dell’argomentazione che inibisce improvvisazione, digressione e inventività. Questo tipo di tecnologia Continua la lettura di Contro la tirannia di Power Point

Povertà di linguaggio

Nelle aziende, nelle organizzazioni in genere, si parla male e questo indebolisce il contesto relazionale. Ciò riguarda molto spesso i capi, come ci ricorda qualche recente indagine. linguaggio-dei-capi  –  listaBBC

Anche il linguaggio – parlato e scritto – è manifestazione della qualità. Non dovremmo dimenticarcene nelle istituzioni formative anche quando ci si occupa di temi professionali.

Qualità e management universitario

Il CODAU, Convegno permanente dei direttori amministrativi e dirigenti delle università italiane mi ha invitato a tenere una relazione al loro incontro annuale sul tema “QUALITA’ SIGNIFICA DETERMINARE I PROCESSI DI LAVORO IN FUNZIONE DELL’UTENZA”. “La managerialità a garanzia della qualità dei servizi “è il titolo di questo convegno che si terrà a Reggio Calabria il 19-20 settembre : programma

E’ un’occasione per me importante di confronto con i manager delle università italiane su un tema che cercherò di trattare nei termini del titolo assegnatomi dagli organizzatori ma anche mettendo in luce come la qualità presenti tanti volti e sfugga a tutti i tentativi di definizione.

Qualità dinamica nella scuola

Daniel Pennac in Diario di scuola racconta la sua esperienza di pessimo studente che ha finito per diventare professore e scrittore. L’intervista e il video del dibattito con Sfefano Benni  offrono una ulteriore manifestazione del concetto di qualità dinamica applicato alla scuola.

pennac_intervista

Ne emergono indicazioni che vanno controcorrente:  “Ho sempre pensato che la scuola fosse fatta prima di tutto dagli insegnanti. In fondo, chi mi ha salvato dalla scuola se non tre o quattro insegnanti?”.

“Tutti i miei fallimenti, quando sono divenuto professore, li ho capitalizzati per trasformarli in sapere. E giuro che è stato un processo intellettuale davvero stimolante. Io so che vuol dire la paura di non saper soddisfare una domanda. La risposta, per tutti e per i bambini soprattutto, è il modo con cui costruire e rinnovare la propria identità. E’ una paura che non ci abbandona mai. Così da professore ho voluto aprire le porte del cervello dei miei “somari” liberandoli da questo sentimento soffocante, terribile. Purtroppo non sempre ci sono riuscito”.

pennac_benni

La qualità statica: ce la spiega il CNVSU

Questa relazione presentata al Convegno del 2007 del Comitato nazionale per la valutazione del sistema universitario sull’accreditamento è un buon esempio del concetto di qualità statica. Naturalmente anche questa forma della qualità è necessaria e utile, non si può vivere solo di qualità dinamica! (v.post di ieri su Musil). La qualità statica si presta alla quantificazione e anche il conseguirla può avere un prezzo. Come la relazione indica, “l’emissione di un certificato di qualità multisito per una Facoltà con diciotto CdS costa circa 10.000 euro per un triennio (prima certificazione e due visite di sorveglianza)”.

Convegno_accreditamento

Relazione_Elias

La qualità dinamica: ritroviamola in Musil

Per capire il concetto di qualità dinamica ci soccorre questo divertente dialogo tra Agathe e Ulrich in “L’uomo senza qualità”: 

“Tu sai – ella disse,- che io sono stata educata in un istituto molto pio; me ne è derivato un gusto della presa in giro che diventa addirittura irresistibile appena qualcuno parla di ideali religiosi.” (…)

“I sentimenti non sopportano di essere legati, certi sentimenti soprattutto. Io sono sicuro che le vostre buone suore credevano fermamente a quel che vi predicavano: ma guai se la fede è vecchia di un’ora! Questo è il fatto.” (…)

Agathe capì che la fede di quelle monache che le avevano tolto il gusto della fede era soltanto una riserva in scatola.  Marinata bensì nella propria natura perché non si perdesse nessuna delle qualità della fede, ma tuttavia non fresca…

 

Robert Musil, L’uomo senza qualità, p. 731 (ed. Einaudi, 1962)