Il 15 febbraio in LIUC si inaugura l’anno accademico: presento una prolusione sulla valutazione nei sistemi universitari: “come promuovere qualità, apprendimento e innovazione” .
Rientrano in questo argomento interventi e commenti che toccano natura e manifestazione della qualità nelle organizzazioni sociali
Il 15 febbraio in LIUC si inaugura l’anno accademico: presento una prolusione sulla valutazione nei sistemi universitari: “come promuovere qualità, apprendimento e innovazione” .
Il Messaggero pubblica la controclassifica di Parma delle Università virtuose.
Il Sole 24 ore si diverte con il pil del benessere che sovverte le graduatorie della ricchezza.
Bisogna ormai fare i conti con la diversità di punti di vista che si scontra con il bisogno di certezze e di facili ricette….
Il rapporto al Parlamento britannico su students and universities infiamma la polemica sulla higher education del Regno Unito.
Peter Williams, chief executive della Quality Assurance Agency, dichiara a timeshighereducation che si tratta di un tipico esempio di policy-based evidence anziché di evidence-based policy, in sostanza di un rapporto fondato su pregiudizi. Gli estensori dello stesso rispondono per le rime.
Non solo da noi quindi si discute in modo acceso sull’università.
Quasi 40 anni dopo ll famoso discorso discorso di Robert Kennedy sul PIL ci sono arrivati anche loro: gli-economisti: il-pil-non-basta-piu’
La European University association ha pubblicato un nuovo rapporto sulla quality assurance Improving quality, enhancing creativity che sostiene l’importanza che i processi di QA lascino spazio per il rischio e per l’errore mettendo in grado le istituzioni formative di identificare e correggere un eventuale fallimento. L’attenzione alla qualità non deve quindi impedire la creatività introducendo un regime troppo stretto di conformità, come di fatto è avvenuto in tente esperienze imperniate su standard di vario tipo.
Ecco le 7 raccomandazioni finali del rapporto:
• To ensure that quality assurance is context sensitive (e.g. taking account of different disciplines, cultures and national contexts)
• QA should be inclusive – engaging the whole university community (academics and students) and should not just be the responsibility of a ‘QA unit’
• Effective quality assurance is based on a successful partnership between agencies and institutions, which should leave space for ‘trust and self-reflection’
• Sharing QA ‘experiences’ is essential, and the authors recommend the creation of platforms for dialogue both between departments, institutions and even at European level (These platforms should not, however, be based solely on copying good practices, but stimulating critical analysis.)
• QA processes must support institutions’ capacity to change and to reach strategic goals
• Agencies and institutions need to ensure engagement of all key actors in QA processes.
Il caso dei vigili di Napoli improntato al concetto di piu-multe-per-fare-carriera riproduce ancora una volta il classico esito dell’uso incongruo di concetti produttivistici applicati fuori tempo e fuori luogo.
Questo articolo di cesare segre sul Corriere ripropone un tema critico per l’evoluzione dell’Università che è sottovalutato nell’attuale discussione sulle riforme. Come bilanciare la prospettiva lunga e quella di breve, le competenze profonde con le risposte immediate alle domande sociali.
Times higher education riferisce di un report sul rischio per le università inglesi di perdere quel personal touch che costituisce una caratteristica centrale per la loro identità, reputazione e fondmentale scopo come istituzioni di insegnamento. Così il rapporto riconosce che “Proximity of staff to students, teaching methods centred on the idea of learning as a partnership, and students receiving personal attention from staff are all qualities “intimately associated” with the reputation of the sector and the standard of teaching it provides..” C’è il rischio – dichiara un esperto – di non potersi più aspettare che il docente possa conoscere e chiamare per nome i propri studenti.
Tra i paper presentati al recente workshop dei docenti e ricercatori di organizzazione aziendale (Cagliari 29-30 aprile) vale la pena segnalare questo lavoro di Paola Adinolfi: paper , che mette in evidenza i fondamenti filosofici di un management della sanità più orientato in senso umanistico e ugualmente capace di valorizzare la competenza tecnica scientifica. Ciò riporta in una luce nuova e più autentica la gestione in chiave “aziendale” e organizzativa della sanità.
Un workshop scientifico mette in discussione la peer review
A distanza di tempo merita forse ricordare le analisi di un grande scienziato come chargaff