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Rientrano in questo argomento interventi e commenti che toccano natura e manifestazione della qualità nelle organizzazioni sociali

Letteratura e insegnamento

E’ mancato  remo ceserani  grande studioso di letterature comparate. In questa intervista analizzava acutamente i problemi dell’insegnamento della letteratura nella scuola e nell’università, scrivendo tra l’altro: “È in atto da anni una tendenza, in molti paesi e anche in Italia, a trascurare nell’educazione scolastica gli insegnamenti delle cosiddette materie letterarie (la cura della lingua, la ricchezza e le sfumature del linguaggio parlato e scritto, lo spessore della storia), così come di quelli delle scienze forti (la matematica, le scienze naturali, i metodi della ricerca), e a dedicarsi molto di più alle conoscenze pratiche e strumentali o ad apprendimenti molto superficiali”.

Performance

Quale migliore illustrazione del concetto di performance che il gesto  semplice della poliziotta di Genova che si toglie il casco di fronte ai manifestanti. Lungi da essere un concetto burocratico performance evoca non solo il risultato di un’azione, o la validità di una prestazione, ma anche la rappresentazione che ne viene fatta, con il suo impatto visivo, comunicativo e spettacolare, come quella che un attore teatrale compie sul palcoscenico o un team sportivo sul campo di gioco. La performance gioca la sua efficacia nell’interazione in tempo reale tra attore, contesto e audience.

 

 

Ruolo notarile?

E’ significativa questa reazione del Ragioniere generale dello Stato Canzio alle critiche ricevute in merito al decreto che sblocca i crediti alle imprese. Viene ribadito il ruolo “notarile” della Ragioneria e il ruolo degli alti funzionari statali come  custodi tecnici, non politici. Così Canzio ribadisce la neutralità politica della sua azione e il servizio allo Stato come tale.  Questo però sposta il problema perché  oggi quello che si discute non è tanto l’impazialità delle strutture centrali, che in effetti hanno sempre generato lo stesso tipo di soluzioni indipendentemente dai governi di diverso segno, ma proprio il merito tecnico di questi provvedimenti. V. anche il commento di guido gentili  interdizione di stato :  ciò che occorre oggi  è  l’approntamento di soluzioni tecniche idonee a evitare che problemi di questo tipo si ripropongano continuamente, anche dopo che  i provvedimenti richiesti entrano nelle fasi di implementazione. Il fatto di risentirsi e di metterla sul piano della correttezza istituzionale non aiuta ad andare avanti.

L’inglese degli ingegneri

Unesco, Accademia dei Lincei, Accademia dellaCrusca, Società Dante Alighieri figurano tra i promotori del Convegno Lingua Cultura Libertà che ha discusso criticamente la decisione del Politecnico di Milano di tenere esclusivamente in lingua inglese i corsi di laurea magistrale.

Il rettore Giovanni Azzone aveva spiegato questa scelta sostenendo che gli studenti italiani «avranno, oltre alle competenze più scientifiche, anche un’apertura culturale internazionale. Perché un ragazzo che si affaccia al mondo del lavoro deve abituarsi a lavorare in contesti internazionali» . E poi, in questo modo, si attraggono «studenti stranieri, un valore aggiunto per il nostro paese. L’Italia ha una forte attrattiva culturale, ma anche una barriera, la conoscenza limitata della lingua: insegnando in inglese attraiamo tutte quelle persone interessate alla cultura italiana». Insomma, dice Azzone, «è indispensabile innovare insieme alle imprese e per farlo è necessario attrarre e trattenere capitale umano di qualità».

Credo che si sbaglierebbe però  considerando questa discussione  solo nell’ottica della contrapposizione tra schieramenti di diverso segno: da una parte starebbero gli innovatori, aperti al mondo, e dall’altra i conservatori, attaccati a una tradizione che ci condannerebbe al declino; oppure, secondo una opposta visione, da una parte i fautori di una tecnicizzazione dell’università che cede alle mode indotte dalla globalizzazione e dall’altra i sostenitori dei valori umanistici della nostra cultura e della loro valenza anche per lo sviluppo del sapere scientifico.

Potrebbe essere l’occasione invece, per chi forma figure chiave per il mondo professionale e dell’impresa come ingegneri e architetti, di riflettere sul linguaggio che si usa in questi mondi (al di là della lingua formale), sulle modalità per influenzarlo nell’ottica anche dell’innovazione, sui rischi di una eccessiva omologazione.

George Steiner nel suo classico “After Babel” trova ragioni persuasive  per la molteplicità delle lingue e suggerisce che “la forza costruttiva della lingua nella concettualizzazione del mondo ha avuto un ruolo cruciale nella sopravvivenza dell’uomo …”. Se è vero che “ogni lingua umana traccia una diversa planimetria del mondo”, si deve alla “miracolosa capacità delle grammatiche a  generare realtà alternative, frasi ipotetiche e, soprattutto, i tempi del futuro” la possibilità data alla nostra specie “di  sperare, di proiettarsi ben al di là dell’estinzione dell’individuo” e alla fine di “perdurare, e perdurare creativamente”.

Il nesso tra  la ricchezza e diversità linguistica e l’innovazione sociale ed economica merita di essere esplorato con maggiore profondità in relazione alla cultura dell’impresa e delle moderne professioni da parte delle  università che formano la classe dirigente del futuro. I riferimenti frequenti a concetti come il “capitale umano di qualità” evidenziano i limiti di linguaggio che riguardano le stesse istituzioni formative più moderne e internazionalizzate …

Teatro e burocrazia

E’ apprezzabile la reazione del direttore del Piccolo Teatro sergio  escobar all’episodio del ragazzo disabile umiliato in nome delle norme di sicurezza: “Come affrontare senza caporali le leggi assurde imposte da generali che non sono mai stati sul campo di battaglia? Voglio dire con fermezza e indignazione che i teatri sono sottoposti a una serie di regole senza senso, le stesse che stanno uccidendo il nostro paese. Regole inventate da una burocrazia che non vive il mondo reale, ma solo tra le scartoffie della propria scrivania. Il teatro è esattamente l’opposto”. Evidentemente un problema che non riguarda solo i teatri!

Teoria L

Secondo alcune analisi l’Italia è vittima di una sorta di patto sociale all’insegna della  low quality

v. Gambetta & Origgi: “We investigate a phenomenon which we have experienced as common when dealing with an assortment of Italian public and private institutions: people promise to exchange high quality goods and services (H), but then something goes wrong and the quality delivered is lower than promised (L). While this is perceived as ‘cheating’ by outsiders, insiders seem not only to adapt but to rely on this outcome. They do not resent low quality exchanges, in fact they seem to resent high quality ones, and are inclined to ostracise and avoid dealing with agents who deliver high quality …”

Articolo e Symposium sul change management

E’ uscito il vol. 20 di research in organizational change and development (ROCD, 2012) che contiene  l’articolo che ho scritto insieme a Eliana Minelli sul cambiamento organizzativo: An Integrative Conceptual Framework of Organizational Change: A ‘Triple Helix’ Model. Nell’ambito del prossimo Annual meeting dell’Academy of management a Boston (7 agosto 2012) Eliana Minelli interverrà al symposium con gli altri autori del volume.