Archivi categoria: Change management

Rientrano in questo argomento gli interventi che riguardano la gestione del cambiamento nelle organizzazioni.

La banalità del cambiamento

IBM mette a disposizione i risultati dell’edizione 2008 del Global CEO study: gli oltre 1000 capi azienda di tutto il mondo intervistati dallo studio dicono che l’impresa del futuro fa del cambiamento la sua nuova routine. Per questo, di fronte a un ambiente sempre più volatile,occorre la guida di forti valori d’impresa: ceo_report

E’ interessante, ma anche un po’ ripetitivo, a noi italiani non può non venire in mente la filosofia del Gattopardo, che a suo modo accettava il cambiamento stando ben saldo nei propri valori.

Istruzione superiore e cambiamento

Il concetto che il cambiamento è continuo e incessante sta diventando la banalità di questo decennio. Questo almeno ci dice Guy Neave – un maestro degli studi internazionali di education – nel discorso tenuto nella sua festa di addio al Centre of Higher Education Policy Studies dell’Università di Twente: “la gabbia di vedetta e il banco dei rematori” :  neave . Un discorso che vale la pena di leggere.

Se un’ idea viene presa per buona da tutti senza un’ombra di dubbio diviene una banalità. E il compito degli studiosi liberi è di non prendere per buone le idee che nessuno discute.

La leadership secondo Marchionne

Le università italiane hanno dato tante lauree honoris causa con scarse valenze di contenuti. Questa del Politecnico di Torino all’amministratore delegato di Fiat Sergio Marchionne un contenuto forte ce l’ha e nella relazione opportunamente messa a disposizione sul sito del Poli troviamo tanti spunti, in particolare sul tema della leadership:   intervento marchionne

Ne sottolineo uno solo:

“la vera validità di un amministratore delegato oggi si può pesare solo in termini di impatto umano che ha sulla struttura.”

Cristiana Compagno è Rettore a Udine

Apprendo oggi con soddisfazione che la collega Cristiana Compagno, docente di materie economico-aziendali e particolarmente competente sui temi dell’innovazione, è stata eletta Rettore dell’Università degli studi di Udine. Mi associo a quanto espresso dal presidente  dell’Accademia Italiana di Economia aziendale, Roberto Cafferata: “…E’ la prima volta per una donna che insegna materie economico-aziendali. L ‘Aidea è onorata di avere tra i propri soci il nuovo Rettore…”. Per me è un segno di vitalità e di speranza per il futuro delle università italiane.

Università e cambiamento

Martedì 27 maggio alle  18,00 alla Casa della Cultura di Milano  davanti a un esiguo pubblico è stato presentato il libro “L’università di fronte al cambiamento”, a cura di Roberto Moscati e Massimiliano Vaira, Ed. Il Mulino, con interventi di Giulio Ballio, Luigi Berlinguer,  Guido Martinotti, Michele Salvati, Roberto Moscati . Il libro si segnala per l’impostazione riflessiva, problematica e molto ben documentata rispetto a quei problemi delle riforme dell’università che troviamo così banalizzati sui quotidiani di informazione.

L’occasione del dibattito è stata un po’ persa data la scarsa partecipazione del mondo accademico milanese e l’eccessiva prolissità dei relatori. Oggi tuttavia  si è avuto via Internet un commento di Abruzzese, cui mi sono collegato anch’io: dibattito

Letture e visioni: si parla di scuola

E’ uscito il n° 2, 2008 di Risorse umane nella PA: sommario
Contiene tra l’altro un editoriale di Renato Ruffini (C’ è ancora posto?)  e una nuova uscita di Letture e visioni che commenta il film Freedom writers sul tema della diversità.

La vicenda di Erin Gruwell, che avviò innovazioni didattiche di ampia portata nel suo primo anno di insegnamento, stimolata da una classe piena di problemi e di “diversità”, può essere letta  Continua la lettura di Letture e visioni: si parla di scuola

Brunetta: salario ombra, bastone e carota

Il neo-ministro Renato Brunetta ha fatto un intervento interessante in conclusione al ForumPA, rilanciando con toni misurati ma decisi quella prospettiva di cambiamento che si era un po’ persa dal 2000 in poi. Ha anche espresso in termini semplici una sua teoria sull’impiego pubblico che sottolinea l’esigenza di incentivi, premi e punizioni legati a una trasparenza di obiettivi e risultati.

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Ha riconosciuto che la motivazione intrinseca ai compiti risulta l’unico fattore che agisce come spinta nella PA, risultando un fattore inaspettato per una visione da economista. In passato Bassanini aveva puntato sulle riforme della normativa, più recentemente Stanca e Nicolais hanno promosso l’innovazione tecnologica. Ora si affaccia un discorso di incentivi. In realtà molte strade sono state già provate e percorse e forse non si analizza abbastanza, a livello empirico, cosa ha funzionato e cosa no e per quali motivi.

De Rita: cambiare dal basso

Nel suo atteso intervento al Forum PA De Rita ha sostenuto che la pretesa di riformare dall’alto la PA è destinata al fallimento, mentre occorre procedere dal basso, con l’iniziativa dei funzionari e delle singole amministrazioni.

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Si può condividere l’idea che le riforme generali e trasversali non funzionano, ma strategie di semplificazione e razionalizzazione traggono certamente benefici da una regia di sistema. Un approccio di change management può utilmente mediare, in contesti delimitati e governabili, l’approccio dall’alto e quello dal basso.

Mettere tutti sullo stesso piano o valutare i fatti?

Mentre al Forum PA si discute seriamente di come premiare i migliori sulla base di valutazioni serie e responsabili, basate sui fatti e non sulle intenzioni, la più seguita cronaca calcistica ci richiama bruscamente alla realtà della cultura dominante nel paese. Secondo il pensiero del Presidente della Lega Calcio anche nelle decisioni inerenti l’ordine pubblico il criterio di “mettere tutti sullo stesso piano” deve prevalere sulle valutazioni di comportamenti e fatti da parte di organismi professionali e indipendenti.

mettere tutti sullo stesso piano?

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