Sul sito specializzato su questo argomento, curato da Maurizio Quarta, troviamo un’efficace descrizione di sintesi:
“Il ricorso al temporary management si sta radicando in Europa come uno dei modelli privilegiati per gestire l’accelerazione del cambiamento e dell’innovazione nelle imprese. Protagonisti di questo trend in crescita sono senior project manager, ex-dirigenti o top manager che hanno deciso di proseguire la propria carriera non tanto seguendo l’iter gerarchico aziendale, bensì sulla base di progetti sempre più sfidanti, per sé e per le imprese che li ingaggiano: la “sistemazione” di una business unit nell’ottica di una sua vendita, la conduzione di un cambiamento strategico o di un turnaround, il lancio di nuove attività all’estero, il governo di periodi di transizione, lo sviluppo di manager permanenti.” www.temporary-management.com
Il dott. Quarta ci ha reso disponibile un suo articolo, che ne approfondisce gli aspetti essenziali: temporary management
Sotto la spinta di Brunetta, la stampa insiste nel proporre premi al merito anche per gli statali. Così, secondo Feltri: “per definizione il premio è qualcosa di straordinario previsto per chi eccelle nel lavoro e non per chi batte la fiacca”: tremarella statali , la sfida del merito
Sono andato a rivedermi il CCNL del 1997 dei dirigenti dello Stato (il primo). Allora ero membro dell’Aran e condussi quella trattativa scrivendo personalmente l’art. 40 che introduceva l’istituto del premio per la qualità delle prestazioni individuali: art-40-qualitaindividuale.doc In pratica solo 2 dirigenti su 10 potevano essere premiati annualmente con un valore incentivante non piccolo: 10 milioni delle lire di allora. Però questo istituto non piacque alle amministrazioni e fu aggirato in tutti i modi, fino a che fu eliminato dai contratti successivi. La stessa sorte toccò al “fondino” che prevedeva un premio simile (molto più piccolo!) per i più meritevoli tra tutti i lavoratori.
Ma il vero nodo è il federalismo fiscale che incombe almeno da 15 anni, affrontato da tutti solo a parole: sarà difficile scioglierlo con i fatti nel consenso generale perchè almeno all’inizio configura un gioco a somma zero, almeno per chi non crede alle favole, chiunque le racconti.
Nel seminario Irso sul made in Italy sono stati richiamati due libri molto attuali che insistono sulla connotazione imprenditoriale che rappresenta la vera forza dinamica del buon capitalismo secondo l’epressione ripresa nel titolo del libro di Baumol:
Si conclude oggi ad Amsterdam il 24th EGOS Colloquium EGOS2008 :Upsetting Organizations, un’occasione d’incontro degli studiosi di organizzazione non solo europei. Ieri Eliana Minelli ha esposto brillantemente il paperChange management in complex organisations: comparing five Italian case studies, elaborato con me e Matteo Turri. C’è stato un confronto proficuo con Sylwia Ciuk di Oxford e col gruppo francese coordinato da Jean Paul Dumond in particolare sui temi della leadership e della cultura organizzativa. Si è discusso fra l’altro Continua la lettura di Rivoltare le organizzazioni→
Su Il Sole 24 ore di oggi, Pier Luigi Celli ritorna sul libro recente di Roger Abravanel “meritocrazia” (v. post del 19 giugno) osservando che il tema del merito di recente alla ribalta della pubblicistica rischia di diventare rapidamente una retorica.
Due passi che condivido completamente:
“Le credenze e le preferenze della persona si conformeranno rispetto a ciò che hanno visto funzionare; anzitutto nei modelli di successo trasmessi all’altro da chi si è affermato e ora può condizionare il setting nel quale nuota chi cerca, più in basso, di orientarsi a trovare una propria personale soddisfazione”.
“Il merito non è una virtù da coltivare. E’ solo un modo per essere più giusti. Il dubbio è che questo non sia un tempo che punti particolarmente sulla giustizia. E allora perchè non dirlo?”
E’ interessante quanto avvenuto a Terni dove il Vescovo, monsignor Paglia, ha convocato una sorta di stati generali della città ed ha messo tutti di fronte alle proprie responsabilità davanti al rischio di declino e stagnazione in un clima di collusione e consociativismo tra i diversi poteri. La relazione del sociologo Luca Diotallevi ha completato il quadro con una puntuale e incisiva diagnosi dei problemi della città. Tutto ciò ha aperto una discussione molto partecipata e animata quale raramente si è vista in una città italiana.
Tra l’altro monsignor Paglia ha detto : “La buona Città terrena è pluriforme non uniforme, poliarchica non monarchica, democratica non autoritaria: è, diremmo oggi, una Città aperta, mai chiusa e, come amava dire don Luigi Sturzo, pervasa da “sano agonismo”. In questa Città nessun ceto e nessuna singola istituzione è addetta o arbitra del bene comune, che deve essere, invece, misura dell’operato di ciascun individuo e di ciascun gruppo”…
Il ministro Brunetta spiega come la riforma della pubblica amministrazione riguarda tutti, poveri e ricchi, cittadini e imprese e può contribuire a innalzare la produttività del sistema Italia di un buon 30%: intervista-l’occidentale
Finalmente se ne accorgono anche nel Palazzo! Ma il lavoro è ancora tutto da fare.
Il dibattito a 8emezzo-abravanel-galan evidenzia le difficoltà dei paladini della meritocrazia quando si deve passare all’atto pratico. L’entusiasmo del grande consulente che vorrebbe riproporre la delivery unit di Blair si infrange sulla tranquilla consapevolezza del Presidente della Regione Veneto: loro preferiscono confrontarsi con la Campania con la quale non c’è partita, sono a posto, hanno già dato e quindi non serve la delivery unit, va già bene così.
Al 24th EGOS Colloquium che si terrà presso l’Amsterdam University dal 10 al 12 luglio presenteremo questo paper: Gianfranco Rebora, Eliana Minelli and Matteo Turri, Change management in complex organisations: comparing five Italian case studies, che espone i risultati preliminari della ricerca PRIN sul cambiamento organizzativo in imprese e pubbliche amministrazioni.