Salvare almeno la trasparenza

La fine della riforma brunetta è oggetto di un articolo di  lavoce.info  dopo il recente accordo sindacale, che ho così commentato:

Qualche mese fa avevo già scritto di “pietra tombale sulla riforma brunetta” in relazione alla manovra finanziaria di tremonti. Ora se ne traggono le inevitabili conseguenze in intesa con i sindacati. Il problema è che non si è mai voluto fare una riflessione critica sui contenuti di riforma tentati dal 1992 ad oggi e sui paradigmi concettuali sottostanti, prima di tutto l’idea di direzione per obiettivi e la conseguente incentivazione. Ma c’è anche la questione del datore di lavoro pubblico che resta un’astrazione se manca una condivisione da parte dei diversi centri decisionali e si fanno forzature con strumenti solo apparentemente forti come le leggi.  Le diverse parti hanno continuato a operare in modo opportunistico e la Civit trovandosi priva di un reale spazio strategico ha aggravato le cose con il suo attivismo,  divenendo esempio vivente di come un’alta produttività priva di intelligenza di cose e situazioni abbia scarso valore, anche se sostenuta da sapere scolastico.

In attesa di una riflessione di più ampio respiro, che richiederebbe un diverso quadro politico, ora bisognerebbe almeno salvaguardare la parte più valida della riforma che riguarda la trasparenza.