1917: spunti da un diario di guerra

Caporetto: diario di guerra: con questo titolo Il Mulino ha ripubblicato nel 1997 i minuziosi e dettagliati resoconti di Angelo Gatti, che ebbe l’incarico di redigere la cronistoria  del Comando Supremo dell’Esercito italiano e potè seguire da vicino l’operato di Cadorna e degli altri generali, prima, durante e dopo la ritirata di Caporetto. E’ una lettura di grande interesse per i cultori della leadership e dell’organizzazione. Tanti spunti riguardano il ping-pong dello scambio di informazioni e di opinioni nell’entourage di Cadorna. Eccone due…

“tutti obbediscono piattamente: poi, come per scaricare la loro coscienza, dicono, a un certo momento, ciò che pensano” (p.77).

“…egli dubita (…) e me lo dice chiaramente , che sull’altopiano, dove l’occhio del Capo non può essere sempre, i comandanti abbiano preso l’abitudine di far tutte le cose troppo facili, e di mostrare, per salvarsi, una fiducia nelle operazioni che veramente non sentono. Ammaestrati dall’esperienza, sapendo che chi mette in vista gli ostacoli è “silurato”, qui tutto è fatto facile. (…) Intanto si guadagnano alcuni mesi di vita militare, con queste assicurazioni, cioè i mesi della preparazione; al momento dell’attuazione, se le cose vanno male, qualche santo aiuterà. O è il cattivo tempo, o è un disertore nostro che svela tutto al nemico ecc. Stato d’animo veramente esiziale”. (p. 76)