Dalle auto sportive fino ai college universitari le classifiche ormai tanto di moda pretendono di definire i vincitori in base a criteri ogggettivi. Ma niente di più soggettivo esiste che la scelta delle variabili da misurare, delle proxy rispetto a requisiti di qualità, dei pesi attribuiti a diversi fattori… anche in assenza di intenzionale manipolazione.
Giuseppe Longo, matematico e informatico, analizza in questo articolo su complessità, scienza, democrazia come l’estrapolazione acritica di metodi da un campo all’altro sia deleteria; così la distinzione fra hardware e software, fondamentale in informatica, si rivela catastrofica per capire il vivente facendo perdere innanzitutto il senso della radicale materialità del vivente.
Analogamente, l’uso massiccio di strumenti bibliometrici per valutare la ricerca scientifica come avviene contando a macchina le citazioni, in pratica facendo votare tutti gli esperti di un settore sulla faccia della Terra, impedisce il formarsi di un modo di vedere diverso, di una scuola di minoranza. La scienza è sempre un sapere critico, che va contro il senso comune e che si costruisce anche contro il sapere di maggioranza.
Qui l’applicazione di una logica manageriale generalistica rivela tutto il suo limite di fronte a una realtà complessa come quella del processo scientifico e della creazione di conoscenza.
L’articolo di massimo recalcati mette in luce gi esiti nichilistici della pretesa di assoluta oggettività della scienza che sta invadendo anche il campo delle social sciences, in particolare la psicologia, ma non solo.
E’ uscito il n. 262 di Sviluppo & Organizzazione; nella rubrica Cinema e romanzi analizzo “Il cerchio” di David Eggers, che aggiorna il Grande Fratello di Orwell nell’era di Google e Twitter: uno scenario inquietante dei rischi di degenerazione e manipolazione insiti nel mito della trasparenza totale, della comunicazione esasperata, della pretesa di misurare ogni cosa.
La rivista italianieuropei ha ospitato nel numero di novembre una serie di interventi sul disegno di legge di riforma della PA attualmente in discussione al Senato. Nel trattare il tema della valutazione dei risultati ho sottolineato come “i provvedimenti di riforma ora in discussione rappresentano solo un avvio per una riflessione più profonda ormai necessaria sull’ordinamento statuale e non solo sull’amministrazione pubblica. Lo “Stato polimorfico e pluralista”, che accoglie e ricomprende logiche istituzionali diverse e complementari, come quelledel welfare, della regolazione, della sussidiarietà è ormai una realtà che necessita però di un riconoscimento esplicito e richiede visioni nuove e più elaborate del rapporto tra fini e mezzi, tra politica e amministrazione, tra assetti istituzionali e strutture organizzative, tra forme giuridiche e modalità di regolazione”.
L’idea prospettata dal governo di legare all’andamento del PIL gli incentivi per i dirigenti statali ha fatto discutere; certo può sconcertare alla luce dell’innovazione emergente, se anche droga e prostituzione saranno inclusi nel calcolo del PIL…
Non è un problema moralistico, ma di chiarezza di idee e di capacità di pensiero autonomo e critico
Mentre in tutto il mondo monta la polemica contro la visione riduttiva della scuola e dell’apprendimento indotta dall’acritico recepimento dei test Ocse-PISA , come misurazione oggettiva che determina il fine stesso dell’educazione, papa Francesco rappresenta con parole semplici il valore della scuola come incontro tra persone che dà sapore al sapere, e trova nel pensiero laico di luigi berlinguer un’eco significativa.
Le riflessioni internazionali più approfondite metono ormai in questione le pratiche di classificazione degli articoli scientifici imperniate sulle forme di journal ranking e sulla varie misure di impatto e cercano di prefigurare strade nuove: “These data corroborate previous hypotheses: using journal rank as an assessment tool is bad scientific practice. Moreover, the data lead us to argue that any journal rank (not only the currently-favored Impact Factor) would have this negative impact.”
La rivista science segnala l’importanza dell’uso distorto dell’impact factor nella valutazione dei ricercatori; la San Francisco Declaration for Research Assessment dora , sottoscritta per ora da oltre 7000 ricercatori nel mondo, sviluppa raccomandazioni approfondite per una corretta valutazione dei risultati di ricerca, utilizzando una pluralità di criteri con modalità appropriate rispetto ai diversi contesti.
Questa riflessione (pensieri nella libertà degli 80 anni) dello storico paolo prodi tocca il senso stesso del mestiere di docente universitario in modo che suona a forte critica delle recenti “riforme”.