E’ disponibile on line il nuovo numero della Rivista taliana di Public Management con il mio articolo per un discorso sul metodo riferito alla esperienza italiana di spending review.
E’ disponibile on line il nuovo numero della Rivista taliana di Public Management con il mio articolo per un discorso sul metodo riferito alla esperienza italiana di spending review.
Esce la nuova Rivista italiana di public management. Sul primo numero pubblico un articolo che fa il punto sulla disciplina e sull’agenda di ricerca aperta: public management: una prospettiva di scienza dell’organizzazione
Nel convegno del 29 gennaio di ETICAPA si è convenuto che progetti di cambiamento così importanti come quello incorso di definizione per la PA “devono prodursi intorno a un nucleo socio-professionale di riferimento, vicino alla politica, ma autonomo dalle parti”. Lo sforzo è di costruire ambiti di collaborazione tra associazioni, centri di ricerca, professionisti della PA.
Il 29 gennaio discuteremo del difficile percorso di riforma delle PA, sulla base del documento preparato dalla associazione ETICAPA.
L’articolo di renato ruffini prospetta nuove strade per una riforma della dirigenza pubblica che superi i rischi contrapposti della garanzia dell’impiego a tempo indeterminato e dello spoil system all’italiana.
Col nuovo governo ritorna l’attenzione per la riforma della PA e della dirigenza in particolare, un tema trascurato negli ultimi anni: riforma dirigenza pubblica , i nodi da sciogliere sono tuttavia intricati: castronovo
Ormai sono chiari gli effetti dell’ingorgo normativo di cui parla antonio zucaro sul sito eticapa: la bulimia legislativa indice le amministrazioni a dedicare sempre più risorse alle funzioni di regolazione interna (di auto-amministrazione) per evitare di incorrere in sanzioni e sempre meno risorse sono destinate ai servizi che producono valore sociale e pubblico. Forse è vero che non è tempo di coltivare velleità di grandi riforme destinate ad essere eluse e ad alimentare nuove delusioni. Tuttavia, si deve rilevare che la tempesta normativa degli ultimi anni si caratterizza per una serie di effetti negativi non desiderati, che ormai sono evidenti e che richiedono non tanto un tempo di apprendimento legato a un processo di assimilazione o sedimentazione, quanto una difesa.
Ci sono ingorghi normativi da rimuovere, nodi gordiani da districare, cui non si può evitare di riportare attenzione, perché sterilizzano e bloccano le potenzialità positive sia di risparmio che di innovazione.
Riforme efficaci non possono ignorare questa realtà; non basta concentrare l’attenzione su una operatività intelligente; servono interventi strutturali che orientino l’ordinamento giuridico che presiede al funzionamento delle amministrazioni pubbliche in una direzione compatibile con la complessità e il dinamismo del contesto in cui queste sono chiamate ad operare.
L’articolo di Luigi Fiorentino se il problema è anche la burocrazia mette in luce come le strutture organizzative ministeriali siano ormai divenute completamente rigide; serve un nuovo bilanciamento tra ruoli politici e responsabilità dirigenziali nella pa, a maggior ragione in un contesto nel quale le amministrazioni devono ottenere migliori risultati con meno risorse.
E’ significativa questa reazione del Ragioniere generale dello Stato Canzio alle critiche ricevute in merito al decreto che sblocca i crediti alle imprese. Viene ribadito il ruolo “notarile” della Ragioneria e il ruolo degli alti funzionari statali come custodi tecnici, non politici. Così Canzio ribadisce la neutralità politica della sua azione e il servizio allo Stato come tale. Questo però sposta il problema perché oggi quello che si discute non è tanto l’impazialità delle strutture centrali, che in effetti hanno sempre generato lo stesso tipo di soluzioni indipendentemente dai governi di diverso segno, ma proprio il merito tecnico di questi provvedimenti. V. anche il commento di guido gentili interdizione di stato : ciò che occorre oggi è l’approntamento di soluzioni tecniche idonee a evitare che problemi di questo tipo si ripropongano continuamente, anche dopo che i provvedimenti richiesti entrano nelle fasi di implementazione. Il fatto di risentirsi e di metterla sul piano della correttezza istituzionale non aiuta ad andare avanti.
Il 7 febbraio alla Corte dei Conti si discute di spending review e del ruolo di personale e dirigenza della PA. Con il gruppo di lavoro nazionale di aidp dedicato alla pubblica amministrazione.